La mia vacanza è stata così sorprendentemente bella e rilassante da meritarsi, una volta catapultata nel caos della quotidianità, un angolo, neanche piccolo a dirla tutta, fisso nella mente.
Rivedo i luoghi a me prima sconosciuti, le montagne lussureggianti della zona a nord, brulle via via che scendo verso Sud, i fiumi colmi d’acqua, il mare cristallino, all’orizzonte Corfù e… sospiro grata alla vita per avermi dato l’opportunità di conoscere questa realtà.
Albania, una terra impervia, dal fascino indiscusso, tutta da scoprire.
Dopo cinque ore di navigazione approdo a Valona. Il primo approccio mi lascia senza parole. Numerosi sono i cantieri aperti sul lungomare e tanti gli uomini al lavoro, in continuo movimento!
L’attività è frenetica e i mezzi numerosi. L’aria è frizzante, quasi a dirmi: “Svegliati! Qui non si dorme!”
Non dormo, tranquilli. Sono intenzionata a vivere intensamente ogni minuto che questa vacanza mi regalerà.
Scelgo di percorrere la litoranea che mi condurrà a Saranda, centoventi chilometri di saliscendi e tornanti, tra le montagne a picco sul mare. La vista è mozzafiato e sono numerose le soste che mi vedono con la mia reflex in mano, pronta a scattare immagini per non dimenticare nulla, proprio nulla.
Ci sono volute cinque ore d’auto ma ne è valsa la pena.
Giunta a Saranda, fortunatamente, trovo subito l’appartamento prenotato on line ma devo convenire che, se anche non avessi prenotato, qui c’è una tale offerta di dhoma-plazhi e sicuramente, non mi sarebbe stato difficile trovare alloggio.
L’appartamento non è male. Arredato anni ’70 e pulitissimo. La titolare, accompagnata costantemente dalla figlia minore che traduce dall’inglese, davvero molto gentile e disponibile.
Ho un balconcino che si affaccia sul mare e sulla spiaggia di Saranda, attrezzata e, come nelle migliori delle tradizioni, fornita di music-bar.
C’è un’aria allegra qui e la gente che, di primo acchito, può sembrare rude, ti sorride subito al tuo primo accenno. Anche quelli che suonano il clacson se hai qualche dubbio al volante, lo fanno ridendo “sotto i baffi”… All’inizio può darti anche fastidio ma quando ti rendi conto che ti prendono in giro non ci fai più caso.
Le giornate trascorrono veloci tra mare ed escursioni varie.
Ho scoperto una spiaggia bellissima, molto particolare. Una lingua di sabbia lunga parecchie centinaia di metri si staglia lungo il mare da un lato, e per molto meno lungo la foce di un fiume che incontra il mare.
Sull’acqua salata si forma una patina che a prima vista può sembrare olio ma è, in realtà, l’incontro dell’acqua salata, un tantino più calda, con la dolce, freddissima.
Bella sensazione fare il bagno in mare per poi immergersi nell’acqua gelida del fiume! Bella e tonificante!
Approfitto di un pomeriggio leggermente velato per visitare il Parco Nazionale di Butrinto, scoprendo con grande gioia e un pizzico di vanità che molti dei monumenti visitabili nella città – porto antico sono stati scoperti dalla Missione Archeologica Italiana, diretta da Luigi Maria Ugolini, il quale ha lavorato per quasi undici anni nell’opera di scavo, ovvero dal 1928 al 1939.
Incamminandosi per i sentieri tracciati del Parco si ha la possibilità di ripercorrere un viaggio straordinario, lungo le epoche della storia, le cui origini risalgono all’ VIII secolo a.C.
La città di un tempo rappresenta un’esperienza unica di cultura e civiltà ellenistica, romana bizantina, veneziana e ottomana.
Non posso non ammirare la Torre Veneziana costruita nel XV e XVI secolo, così come le Terme Romane del II secolo d.C, la Casa cittadina romana, il Battistero del VI secolo con pavimento rivestito di mosaici e la Grande Basilica e la Porta sul Lago e… Non vi svelo altro. Un posto così va soltanto visitato e vissuto in silenzio per godere al massimo delle sensazioni uniche che trasmette.
Se il Parco Nazionale di Butrinto va visitato non si può non visitare Siri I Kalter, l’Occhio Blu. Vi dico di cosa si tratta. E’ una piccola laguna, di circa un paio di metri di diametro e profonda una sessantina di metri, formata da 18 sorgenti sotterranee, dall’incredibile combinazione di colori che vanno dal verde al blu.
Distante da Saranda una ventina di chilometri circa, sulla strada per Tepelene e Gjirokastra, Siri I Kalter si trova immerso in una foresta lussureggiante.
Il posto ha diverse strutture ricettive tra cui alcuni bungalow per chi desiderasse trascorrere la notte.
Personalmente la cosa mi lascia indifferente. Il mio scopo è principalmente quello di scattare immagini e…non lo indovinerete mai…ebbene sì…di immergermi nelle gelide acque della laguna. Cosa che ho fatto! Per ben tre volte! 12° che mi hanno letteralmente rigenerata! Una meraviglia assolutamente da provare! Consigliatissima!
Consigliati sono anche i piatti a base di pesce freschissimo che puoi gustare a prezzi irrisori. Per quel che mi riguarda ho mangiato benissimo al “LaYo’S” un ristorante sulla strada principale, dotato di aria condizionata all’interno, dove peraltro è vietato fumare, e di un’ampia veranda all’esterno. Accettano la presenza dei cani e sono forniti di rete wi-fi.
Anche Saranda si caratterizza per i numerosi cantieri aperti ma ciò che salta subito all’occhio è la compresenza di palazzi nuovissimi e case antiche, così come all’interno delle stesse case, a più piani, la rifinitura, per esempio, di due piani su tre.
Le strade, in pendenza e quasi sempre sterrate, giustificano i numerosi “Gomisteri”, gommisti e “Lavazho”, lavaggi d’auto. Vi starete chiedendo perché. Ci ho messo un po’ per capirlo ma sono arrivata alla conclusione che a causa di una tale viabilità le gomme spesso si taglino e le auto vadano lavate a causa della polvere che si solleva. Per la verità ho avuto la netta sensazione che per gli uomini albanesi le auto siano uno status simbol, particolarmente se nere e tedesche, che loro, noncuranti, fanno sfrecciare a grande velocità sia sulle strade asfaltate che sugli sterrati. Da qui ecco giustificati i vari “gomisteri” e “lavazho”!
Sono soddisfatta di questa vacanza che consiglio vivamente a chi, come me, è alla continua ricerca di posti dal fascino particolare, posti che fai fatica a lasciare e che ti restano dentro, una volta rientrati a casa.
Di recente mi hanno detto: “…meglio correre e viaggiare”.
Confermo! 😉